mercoledì 28 marzo 2012

Il Made in Italy delocalizzato e la trasformazione degli oggetti in cose

Gli oggetti che quotidianamente utilizziamo non sono soltanto artefatti destinati a uno specifico uso ma (per dirla alla Godard in "2 o 3 cose che so di lei") molti di essi sono pezzi fondamentali della nostra esperienza individuale e sociale. Mezzi con cui siamo legati al mondo esterno e, se ci pensiamo, a noi stessi.

Ho pensato a questo dopo aver visto un malinconico (ma benfatto) video su Repubblica.it sui "Fantasmi di Carosello", ovvero sulla morte (o quantomeno sulla perdità di Italianità) dei più importanti marchi e/o fabbriche del Made in Italy degli anni '60 e '70. Questo drammatico risultato è avvenuto per mano (perlopiù) della delocalizzazione verso i soliti noti paesi con manodopera a basso costo (schiavi).

A mio avviso delocalizzare la produzione di oggetti come questi, dotati di un fortissimo significato socio-culturale e storico, non significa soltanto la perdita di migliaia di posti di lavoro nazionali.

Quando un'impresa nazionale delocalizza modifica inevitabilmente anche il nostro rapporto consolidato con quell'oggetto di culto del "Made in Italy" che noi abbiamo (e probabilmente anche i nostri genitori hanno) utilizzato, amato, ammirato, apprezzato e conosciuto in profondità, e talvolta forse anche "sfidato".
L'oggetto del Made in Italy delocalizzato non è più un orgoglio nazionale, un qualcosa in cui identificarsi parzialmente, il risultato finale di un processo produttivo cui i nostri nonni, padri, zii o amici hanno contribuito. Oggi chi si sente più italiano o patriottico nel guidare una FIAT (sebbene circolino in TV spot patetici e opportunistici come questo?)

L'impresa "ex" Made in Italy rischia di produrre facilmente una frattura emozionale tra i propri oggetti delocalizzati e i suoi clienti storici, che hanno amato quell'oggetto quand'esso era tricolore.
Proprio perchè essi adesso si trovano davanti non più un raffinato oggetto di piacere e soddisfazione personale e nazionale ma, quasi sempre una semplice e banale cosa....



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