E se invece fossimo stati non nel 2012 ma nel 1982 e avessimo avuto a disposizione solo qualche Polaroid o macchina fotografica analogica con un numero limitato di scatti disponibili? L'avere con la tecnologia digitale una quantità pressoché illimitata di "scatti" a costo ormai nullo rende più vacuo il singolo momento in cui essa stessa viene scattata. Frase tipica di questo paradigma potrebbe essere "vabbè, facciamone 3 o 4, tanto poi quelle che vengono male le cancelliamo...".
L'analogico, invece, proprio per la sua limitatezza di mezzi ti costringe a selezionare aprioristicamente e severamente i soggetti delle foto, a essere concentrato quando ti stanno per fotografare. In altre parole, l'analogico ti costringere spesso (non sempre ovviamente) a vivere con più intensità il momento di cui sei "attore protagonista" mentre il digitale tende a renderti, molto più vacuamente, un semplice osservatore di quell'attimo.
La tecnologia digitale garantisce un'efficienza tecnica spaventosa ma depaupera e banalizza in parte il significato, i contenuti e il lato emozionale del soggetto che la utilizza. Proprio perché non ti obbliga, come avrebbe detto più di 30 anni fa un superlativo Robert De Niro, a "un colpo solo"...